La replica più comune al suggerire la costruzione di comunità anarchiche è “Conosci l’isola delle rose? Conosci Waco?” oppure “La comunità verrebbe bombardata dallo stato” Queste repliche emergono da un’errata interpretazione della natura dello stato.

"Stato grande mangia stato piccolo"

Lo stato non è il monopolio della forza. Lo stato è la credenza, nella mente delle persone, che qualcuno possa avere il diritto di commettere crimini legalmente. Il monopolio della forza è una caratteristica necessaria ma assolutamente non sufficiente a permettere il funzionamento dello stato. Anzi il monopolio della forza è assolutamente inutile contro una comunità che non riconosce un’autorità. Questo è anche il motivo per cui si formano gli stati nazionali. Ci sono circa 200 stati al mondo. Se "Stato grande mangia stato piccolo" fosse una dinamica intrinseca all'uomo e alla società avremmo avuto un governo planetario onnipotente, già da molto tempo. Perchè questo invece non succede? Perchè popolazioni numerose accomunate dalla stessa cultura non riconoscono autorità esterne e tendono a rendere l’enforcement troppo dispendioso per gli outsider mentre lo rendono profittevole per le mafie che invece sono riconosciute come legittime. Molto spesso infatti gli stati preferiscono soggiogare altri stati facendo eleggere politici amici attraverso la propaganda dei media, piuttosto che imporsi con la forza. Il processo democratico serve a legittimare l’aggressione agli occhi delle vittime stesse, che quindi non la percepiranno più come tale. Se non c'è aggressione non c'è motivo di ribellarsi, no?

Ma anche quando gli stati si impongono con la forza è sempre il sistema statale a renderglielo possibile. Cosa fanno gli eserciti? Qual è il loro scopo? L’obiettivo degli eserciti è spingere la politica del nemico a prendere una decisione specifica o a rinunciare al potere. Come? L’esercito cerca di causare abbastanza distruzione e impoverimento da spingere il governo nemico ad esaudirlo, oppure occupa i palazzi del potere e ci insedia un nuovo governo, il quale emette delle leggi che poi vengono rispettate dal popolo.

E’ un sistema estremamente debole proprio grazie alla mentalità degli statalisti. E’ così debole da rasentare il ridicolo: il destino di milioni e milioni di persone, distribuite su km e km quadrati, dipende da cosa, una persona specifica, chiamata “capo del governo”, dichiari in un edificio specifico, chiamato “palazzo del governo”. Per aggiungere assurdità ad assurdità, lo stesso statalista che, all’interno di quella linea immaginaria chiamata confine, si sente in dovere di ubbidire al politico, un centimetro fuori si sentirebbe libero di non farlo.

E’ quindi fondamentale distinguere la violenza dei militari in un contesto di guerra da quella dei poliziotti in un contesto di pace. Il lavoro del militare è diverso dal lavoro di un poliziotto. Il lavoro del militare è far cambiare la politica. Il lavoro del poliziotto è fare l’enforcement delle leggi emesse dalla politica. Il militare può anche avere, in certi frangenti, il ruolo di poliziotto ma sempre per un periodo limitato che ha come obiettivo il raggiungere una situazione di pace in cui la polizia vera riesca ad attuare in sicurezza l’enforcement delle leggi.

Una comunità anarchica che si ritrovasse i militari alle porte potrebbe tranquillamente dichiararsi sconfitta, ubbidire per un periodo, in modo da tornare in un contesto di pace e vita tranquilla, e poi ricominciare a disubbidire. Ma come vedremo, nel momento in cui una comunità si ritrova i militari alle porte significa che ha già sbagliato qualcosa.

Approccio stealth

Una comunità anarchica non ha rappresentanti politici, nè palazzi del governo. Non compare dal nulla urlando ai 4 venti di non riconoscere l’autorità dello stato ospitante e di essere pronta a combattere per sconfiggere l’esercito nemico. L’anarchia si forma organicamente, in maniera “bottom-up” e in maniera silenziosa, soprattutto all’inizio. Supponiamo che nell’arco di un anno o due, 500 anarchici si trasferiscano in un paesino poco popolato.

Trasferirsi in un paesino non è reato e praticamente nessuno stato attaccherebbe queste persone per essersi trasferite nello stesso paesino. Molto probabilmente lo stato manco saprebbe che queste persone sono anarchiche. Vivrebbero quindi in un contesto di pace, non avrebbero militari che le bombardano. Continuerebbero a vivere le loro vite tranquillamente e pacificamente. Le forze dell’ordine con cui interagirebbero sarebbero poliziotti intenti a far rispettare la legge. Non militari intenti ad ammazzarli.

L’obiettivo, quindi, non è quello di arrivare ad uno scontro frontale con lo stato e vincerlo. Anzi, nel momento in cui avviene uno scontro frontale esplicito, significa che la comunità ha fatto il passo più lungo della gamba. Nel momento in cui avvengono sparatorie o arrivano i militari alle porte del paesino significa che la comunità ha esagerato.

L’obiettivo è rendere l’enforcement delle leggi sufficientemente antieconomico da disincentivarlo, neutralizzarlo, indebolirlo nella vita di ogni giorno e nel lungo periodo, senza però attirare troppo l’attenzione. Il livello di libertà che una piccola comunità si può prendere dipende da quanti abitanti conta e quanto sono sofisticati i suoi sistemi di tutela. E’ importante che i membri della comunità disubbidiscano allo stato in proporzione alla capacità che la comunità stessa ha, di tutelarsi in quel determinato momento di sviluppo.

Piccole comunità

In un paesino di 30 abitanti, qualcuno si mette a fare un laboratorio di produzione di eroina o una piantagione di marijuana. Arrivano 300 poliziotti ad arrestarlo e ad ispezionare tutti. La comunità non ci potrà fare niente ovviamente. Il passo sarebbe più lungo della gamba. Un poliziotto esterno a una comunità di 100 abitanti entra nel paese e vede che nessuno rispetta il distanziamento e l’obbligo di indossare la mascherina. Se prova a dire qualcosa a qualcuno in strada viene cacciato in malo modo. Oppure quel qualcuno si mette la mascherina e poi se la toglie un secondo dopo. L’enforcement di questo tipo di leggi è praticamente impossibile.

In una società anarchica vera e propria il crimine verrebbe contrastato attraverso dei sistemi assicurativi. Poichè lo stato altro non è che una banda criminale, un paesino anarchico potrebbe fare dei servizi assicurativi per rimborsare le persone che vengono aggredite dallo stato. Lo stato minaccia un negoziante che non ha fatto uno scontrino. Il negoziante è assicurato e quindi la multa per evasione viene pagata dall’assicurazione. L’assicurazione avrà l’incentivo a difendere i propri assicurati perchè ogni volta che qualcuno viene estorto, l’assicurazione perde denaro per rimborsarlo.

Un paese anarchico di 2000 abitanti, potrebbe creare certificati di nascita falsi, certificati di morte falsi, potrebbe non dichiarare i morti. Gli abitanti potrebbero intestare proprietà a persone inesistenti o morte. Un poliziotto dovrebbe fare indagini per mesi e mesi per verificare le informazioni più basilari e se poi qualcosa non torna nessuno è colpevole perchè tutti si parano il culo a vicenda. Immaginate quanto verrebbe rallentato e indebolito l’enforcement delle leggi se in una città gli abitanti bucassero le ruote delle macchine della polizia ogni volta che ne vedono una parcheggiata.

Potrebbero intestare proprietà al comune in modo da non pagare le tasse. La proprietà effettiva verrebbe stabilità dai rapporti tra i membri della comunità mentre agli occhi dello stato risulterebbe tutto del comune. Lo stato potrebbe anche commissariare il comune, è irrilevante. Il comune o la caserma potrebbero disgraziatamente prendere fuoco colpiti da un fulmine, potrebbe mancargli costantemente la corrente a causa di problemi all’impianto elettrico, potrebbero avere problemi di bombolette puzzolenti, problemi con invasioni di topi o altri animali. Potrebbero essere mandati in tilt intasando i sistemi di richieste, per esempio chiamando costantemente la polizia per denunciare crimini inesistenti.

Ovviamente l’intero paesino è anarchico e tutti si parerebbero il culo a vicenda in caso di processi e cose simili. Anche supponendo che qualcuno venisse condannato e incarcerato per qualche “crimine”, non sarebbe la fine della comunità, del resto una comunità anarchica è decentralizzata. Non c’è un leader politico da cui dipendono tutti gli altri.

Modi per rendere l’estorsione dello stato anti-economica, senza scatenarne l’ira violenta, sono innumerevoli. Non c’è bisogno di avere armi o addestramenti particolari, non c’è bisogno di dichiarare guerra, non c’è bisogno di dichiarare niente, basta rendere la vita impossibile a determinate categorie di persone . Anzi, le azioni violente sono il modo migliore per fallire. La comunità potrebbe usare Bitcoin e mille altri sistemi per tutelare la propria ricchezza, ma non c’è bisogno che tutti vìolino la legge dello stato, anzi ogni individuo può stabilire quanto rischio prendersi, quanto evadere, quali leggi ignorare e quali rispettare ecc. Lo farà con la consapevolezza che la sua comunità rappresenta un certo livello di tutela. In una fase iniziale di vulnerabilità della comunità, i cittadini potrebbero anche rispettare tutte le leggi.

Grandi comunità

Ovviamente all’inizio non sarebbe una vita senza sacrifici, ma se la libertà non richiedesse sacrifici non saremmo schiavi. La comunità dovrebbe piano piano crescere creando business, sfruttando mercati neri e grigi e cercando di rendersi il più possibile autosufficiente. Farlo non è obbligatorio ma sarebbe una garanzia in più nel caso lo stato cercasse di rivalersi sulla comunità in qualche modo.

Più la comunità cresce più la vita diventa semplice e lo stato impotente. Se l’1% del popolo italiano (ovvero 600.000 persone) fosse anarchico e abitasse nella stessa città o regione, non ci sarebbero abbastanza poliziotti e dipendenti pubblici in tutta italia per denunciare, processare e perseguire 600.000 persone che non rispettano la legge. Anche supponendo che tutti i poliziotti d’italia e tutto l’esercito italiano (300.000 persone) si organizzassero per andare di porta in porta a esigere i soldi delle tasse, verrebbero costantemente attaccati dalla società civile.

Anche supponendo che non verrebbero attaccati, il solo fatto di dover andare di porta in porta a minacciare così tanti cittadini sarebbe abbastanza da rendere l’enforcement improfittevole. Anche supponendo che riuscirebbero ad arrestare tutti pur essendo in netta minoranza non ci sarebbero abbastanza carceri per ospitare tutti gli arrestati. Anche supponendo che ci sarebbero abbastanza carceri, lo stato passerebbe dall’attaccare una popolazione produttiva con l’obiettivo di “guadagnare” soldi attraverso le tasse a doverla mantenere nei carceri a sue spese, rendendo l’operazione anti-economica al massimo oltre che tecnicamente di difficilissima realizzazione.

Questo fa capire come lo stato funzioni solo perchè la sua popolazione denuncia e consegna i suoi averi al suo estorsore di sua volontà, vuoi perchè pensa di doverlo fare, vuoi per il bene comune o per paura. Questa ubbidienza inculcata fin da bambini, fa crollare drasticamente il costo dell’estorsione. Se lo stato dovesse sobbarcarsi costantemente il costo di un’estorsione attiva sarebbe già fallito.

Conclusioni

L’anarchia emerge bottom-up organicamente. Bisogna abbandonare questa idea che la libertà si possa ottenere solo passando da conflitti armati con lo stato. Lo stato non esiste grazie alle sue armi e non lo si sconfigge avendo più armi di lui. Lo stato esiste perchè è nella testa delle persone, anche nella testa di molti anarchici. Far credere alla gente che lo stato esista perchè ha il monopolio della forza, e quindi le armi, è il modo migliore per spingere i ribelli a intraprendere uno scontro frontale armato. Questo tipo di scontro è la tipologia di conflitto preferita dallo stato perchè può dipingere i rivoltosi come violenti criminali assassini e può rispondere ammazzandoli. Per battere lo stato è quindi necessario:

  1. Togliersi dalla testa le dinamiche di scontro statalista che ci ha inculcato
  2. Essere astuti nelle modalità di disubbidienza
  3. Essere disposti a fare dei sacrifici.